Questo sito utilizza cookie tecnici o assimilati, per rendere più agevole la navigazione e garantire la funzione dei servizi. Per approfondire, leggi la Privacy Policy.

 

Nelle sei lettere a noi pervenute, Colombano usa due volte il termine Europa; in entrambi i casi rivolgendosi al Papa per risolvere due problemi aperti, ritenuti di primaria importanza: uno sulla data della Pasqua, l’altro sulla disputa dei “Tre Capitoli”.

Intorno all’anno 600 si rivolge a Papa Gregorio I “come a un fiore luminosissimo di un’Europa tutta in decadenza ” (Domino sancto et in Christo patri, Romanae pulcherrimo Ecclesiae Decori, totius Europae flaccentis augustissimo quasi cuidam Flori, Ep. I) e nel 613 a Bonifacio IV così si appellava: “all’illustrissimo capo di tutte le Chiese dell’intera Europa” (Pulcherrimo omnium totius Europae Ecclesiarum Capiti, Ep. V).

Esperto conoscitore del mondo del suo tempo, ne ha sperimentato la frantumazione, l’instabilità politica e militare, le difficoltà connesse con le diverse matrici etniche, culturali e religiose ma ha anche individuato un puntello e una sutura nel Cristianesimo adoperandosi per il radicamento e la diffusione della fede. A questo mondo eterogeneo egli non pone un limite geografico, in quanto la sua azione non conosce confini. Nel ricercare un’espressione idonea a definire lo scenario in cui si trova a vivere e operare, multiforme ma suscettibile di allargamento, lo trova nel termine “Europa” e con essa indica le aree poste sotto la diretta giurisdizione del papa in quanto patriarca d’Occidente.

La sua pare una visione complessiva e colta in prospettiva, quale poteva più facilmente balzare agli occhi di un uomo proveniente da terre estreme. Proprio questo fatto può avergli facilitato l’identificazione di un termine comune per il vasto, brulicante e crescente ambito che vuole indicare; l’impero romano nella sua parte occidentale, pur dissolto e frantumato, può sempre fornire un riferimento di facile comprensione e l’Europa è quella particolare fetta della più ampia cristianità, sfuggente a ogni altra definizione.

Non si vuole, con questo, fare di Colombano un fondatore, e nemmeno un precursore dell’Europa, secondo concetti che possono essere solo nostri. Tuttavia in lui è innegabile l’aspirazione a definire qualcosa di fluido, che sfugge al rapporto con l’impero romano ormai tramontato e all’identificazione in territori dai confini precisi o in sistemi politici definiti o in tradizioni culturali assestate. In questo senso è possibile accreditargli una valutazione complessiva sugli uomini e sul loro modo d’essere, riassunta proprio nel termine Europa, verificato in rapporto alla diretta giurisdizione del Papa come è indiscutibile la sua autocoscienza nella convinzione di far parte di questa comunità.

San Colombano può essere a ragione considerato il primo grande uomo europeo anche perché, concependo unito gran parte del mondo allora conosciuto e da lui attraversato, con la sua azione gli ha ridato speranza, quella speranza che è germe di unità.

 

 

 

I Patroni d'Europa

 

 


 Lettera Apostolica di Papa Paolo VI per la proclamazione di San Benedetto a patrono principale dell'intera Europa

 Lettera Apostolica EGREGIE VIRTUTIS del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II per la proclamazionedei santi Cirillo e Metodio conpatroni d'Europa

 La cristianizzazione dei Barbari e la nascita dell'Europa, di Cristina La Rocca

 Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II per la proclamazione di S. Brigida di Svezia, S. Caterina da Siena e S. Teresa Benedetta della Croce, Compatrone d'Europa

Cerca

 

Associazione Amici di San Colombano per l'Europa - Via Ottavio Steffenini, 207 - 20078 San Colombano Al Lambro (MI) - C.F. 97481110159 - Privacy Policy