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Leggende

Dire Bobbio, per svariati motivi, equivale ancora oggi dire San Colombano, tanto le vicende legate al monaco irlandese e al monastero da lui fondato hanno inciso sulla storia del paese. E' quindi logico che l'immaginario collettivo si sia impadronito della figura del santo, attorno al quale sono fiorite innumerevoli leggende. Il terreno sul quale l'abbazia fu costruita venne donato a San Colombano dal rè longobardo Agilulfo, grazie all'intercessione della regina Teodolinda. Secondo una leggenda, prima che il monaco si recasse in Val Trebbia, il rè, allora non  ancora convertito,invitò a pranzo San Colombano al palazzo di Pavia. Era un venerdì santo e Agilulfo, per mettere in difficoltà il santo, gli fece servire delle colombe allo spiedo. San Colombano, però, non si lasciò mettere in difficoltà da que¬sto scherzo di pessimo gusto e alzatosi, recitò una preghiera e benedisse la mensa; subito, tra lo stupore dei presenti, le colombe arrosto si tramutarono in colombe di pasta dolce. Per ricordare questo prodigio, da allora, vennero sempre servite per le festività di Pasqua dei dolci a forma di colomba. . (Tratta da” Racconti ”La mia terra tra  storia e leggenda di Sandro Ballerini)
 
Una leggenda bobbiese riguarda invece la secolare rivalità tra il vescovo di Piacenza e il Monastero di Bobbio. Si racconta che, quando a reggere la diocesi piacentina era S.Antonino, si decise di risolvere una volta per tutte la controversia relativa ai confini tra le due diocesi: S.Antonino e San Colombano si accordarono per alzarsi un giorno stabilito al canto del gallo e dirigersi quindi, uno verso la città e l'altro lungo la Val Trebbia. Dove si fossero incontrati là sarebbe stato fissato il confine delle loro giurisdizioni. Entrambi i santi, per poter partire prima, pensarono di fare in. modo di costringere il gallo a cantare più presto dei solito. San Colombano bagnò il suo gallo e non gli diede da mangiare pensando che, così intirizzito e affamato, l'animale non avrebbe potuto dormire e quindi non avrebbe aspettato l'alba per cantare. Sant'Antonino, invece, trattò molto bene il suo gallo, dandogli da mangiare a sazietà e facendolo dormire in un luogo tranquillo e riparato. L'espediente del vescovo di Piacenza funzionò molto bene. Il gallo, sazio e contento, si addormentò prima del solito e, la mattina successiva, si svegliò molto presto iniziando subito a cantare. Al contrario, il gallo di S.Colombano, triste per il trattamento riservatogli, allo spuntare del sole non cantò perché si era addormentato tardi. Per questo motivo il santo irlandese non fu svegliato per tempo e partì quando ormai Sant'Antonino si era già messo in marcia da ore; i due santi si incontrarono a poche miglia da Bobbio, in località Barberino vicino all'orrido. Fino a quando (1989) le due diocesi rimasero divise, Mezzano Scotti era compresa nel territorio diocesano di Piacenza. (Tratta da” Racconti ”La mia terra tra  storia e leggenda di Sandro Ballerini)

 


 La Leggenda della Colomba di Pasqua

 La Leggenda di San Colombano e il Gallo

 L'Inferriata di Bobbio, tra Storia e Leggenda, di Alberto Arecchi

 La Leggenda di San Colombano e il diavolo, di Maria Cristina Citroni

 Filastrocca per Bambini


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