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L'Abbazia di Saint-Pierre et Saint-Paul

Situata a Luxeuil-les-Bains, nel sud dei Vosgi è stata fondata nel 590 da San Colombano, sul sito dell'antica Luxovium, importante città in epoca romana, caduta completamente in rovina con le invasioni barbariche. Dopo aver fondato la sua prima comunità ad Annegray,  nella zona di La Voivre  nel cercare un luogo più propizio per un insediamento permanente e per accogliere i monaci che accorrevano sempre più numerosi attratti dal suo carisma, scelse le rovine di un centro gallo-romano, Luxovium, a 12 km di distanza, le cui fortificazioni erano ancora esistenti. La cittadina, distrutta da Attila nel 451, si trovava sperduta nei boschi che, dopo oltre un secolo di abbandono, avevano coperto i luoghi, ma al fondo di una valle le terme romane («costruite con straordinaria cura» secondo Giona di Bobbio, primo biografo di Colombano) erano ancora in piedi: quel ricordo si conservò nel nome della città, Luxeuil-les-Bains. Giona di Bobbio diede una descrizione precisa dell'edificio: «Là, statue di pietra, che i pagani nei tempi antichi adoravano secondo una miserabile fede e un rito profano, si innalzavano nel mezzo della vegetazione» .

Grazie alle donazioni di un dignitario della corte di Childeberto II, i monaci edificarono sulle rovine l’abbazia che, sotto l'impulso intellettuale e spirituale del monaco irlandese, divenne rapidamente uno dei centri monastici più importanti e dinamici dell'intera Gallia; la comunità era così numerosa che i cori potevano avvicendarsi in continuazione nella laus perennis
.

Nel 603 un sinodo dei vescovi, convocato da Colombano, accusò lo stesso di celebrare la Pasqua secondo il calendario liturgico celtico: in realtà è più probabile che la causa degli  attriti col re dei Burgundi era dovuta alla sua severità e al carattere inflessibile della regola che aveva imposto. Per questi motivi Colombano fu esiliato su ordine di Teodorico II e della reggente regina Brunechilde; a succedergli a capo dell'abbazia fu Eustasio di Luxeuil, responsabile di una scuola monastica divenuta celebre anche per opera di Valdeberto suo successore.

Luxeuil inviò delegazioni di monaci a fondare altri monasteri tra cui uno a Saint-Valery-sur-Somme e uno a Remiremont. Fra i religiosi celebri che frequentarono l'abbazia di Luxeuil, è da menzionare Conone, abate di Lerino, che vi concepì la riforma del proprio monastero, Vandregisilo abate e Filiberto abate, fondatori rispettivamente delle abbazie di Fontenelle e di Jumièges in Normandia, che imperniarono la regola dei propri monasteri sulla tradizione di Luxeuil.

Se i primi riti osservati a Luxeuil erano di tradizione irlandese, in seguito furono soppiantati dalla più formale regola benedettina.

Nel 731 i Saraceni, agli ordini del generale Abd al-Rahman ibn Abd Allah al-Ghafiqi, penetrati da Arles in Borgogna, si impadronirono di Luxeuil e massacrarono la gran parte della comunità. I pochi sopravvissuti ricostruirono gli edifici, ma il monastero e il piccolo borgo che vi era sorto intorno furono devastati dai Normanni nel IX secolo e saccheggiati più volte in altre occasioni.

Con l'opera riformatrice di Benedetto d'Aniane, che si compì a Luxeuil dall'817 ad opera di Ansegiso di Fontenelle, Ludovico il Pio rinnovò le prerogative dell'abbazia, ordinò la riparazione della chiesa e del chiostro, e contribuì a rinforzare l'osservanza alla regola.

L'attuale chiesa abbaziale fu costruita fra il 1330 e il 1340 sulla più vecchia chiesa, edificata su vestigia romane e distrutta da un incendio nel 1201. A partire dal XV secolo l'istituzione della figura dell'abate commendatario incoraggiò il calo dell'osservanza alla regola e l'abbazia conobbe un lungo periodo di decadenza; Carlo V ridimensionò il potere degli abati di Luxeuil.  Nel 1550 fu edificato il palazzo abbaziale, per iniziativa di François Benvalot, abate di Saint-Vincent di Besançon e commendatario di Luxeuil.

Nel 1633, su iniziativa della principessa Isabella Clara Eugenia d'Asburgo e di don Jérôme Coquelin, da essa posto a capo dell'abbazia, la carica di abate commendatario fu soppressa, e Luxeuil ricevette la regola della congregazione dei Santi Vitone e Idulfo[7]. Coquelin intraprese anche un'opera di ricostruzione degli edifici abbaziali, conservando la chiesa, il chiostro, il palazzo abbaziale e la cappella di Nôtre Dame, per riedificare tutto il resto. La commenda fu ripristinata nel 1720 . Da un rapporto della "Commission des Réguliers" del 1768, la comunità risulta nuovamente fiorente e la regola rispettata.

Il 21 luglio 1789, allo scoppiare della Rivoluzione francese, l'abbazia fu presa d'assalto da orde di abitanti delle campagne desiderosi di distruggere i documenti comprovanti i possedimenti abbaziali. Nel saccheggio andò distrutta gran parte della ricca biblioteca e della collezione di sigilli. Negli anni seguenti l'abbazia fu disciolta e i monaci dispersi. Venduti come beni nazionalizzati, molti edifici del monastero sono oggi scomparsi, ad eccezione della chiesa, esempio superbo di architettura gotica, del chiostro e del palazzo abbaziale, che fino alla legge sulle associazioni (1901) e alla legge sulla separazione fra Stato e Chiesa (1905) servì da seminario per l'arcidiocesi di Besançon.

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